Le banche commerciali sudcoreane sono ora in „feroce competizione“ tra loro nella corsa al lancio di bitcoin (BTC) e di altri prodotti per la custodia di criptoassets che, secondo un nuovo rapporto, si riveleranno un mercato redditizio per loro.
Secondo l’agenzia di stampa Newsis
Secondo l’agenzia di stampa Newsis, fonti del settore sostengono che il mercato della gestione dei criptoasset „dovrebbe crescere ancora di più“ quando, nel marzo di quest’anno, entrerà in vigore un emendamento legale che richiede a tutti i fornitori di servizi di virtual asset service (VASP) del paese di imporre protocolli anti-riciciclaggio. L’organo di stampa ha sostenuto che ciò porterebbe a una „feroce concorrenza“ nel mercato dei servizi di criptaggio tra le banche.
Le nuove misure legali conferiranno alle banche un notevole potere anche quando si tratterà di scambi crittografici, conferendo loro di fatto l’autorità di decidere se concedere alle piattaforme di trading contratti bancari con nomi reali. Solo le piattaforme che rispettano i regolamenti bancari con nomi reali e numeri di previdenza sociale verificati saranno autorizzate a continuare a fare trading.
Come tale, sembra che le banche ora detengano tutti gli assi nel settore dei criptobancari e stiano cercando di trarne vantaggio.
Come già riferito in precedenza, NongHyup, Kookmin e più recentemente Shinhan, tre delle più grandi banche commerciali della nazione, hanno recentemente annunciato la loro intenzione di iniziare ad offrire servizi di custodia crittografica, e probabilmente cercheranno di corteggiare l’usanza degli scambi nazionali di crittografia. Anche la Rival Woori Bank, secondo quanto riferito, è interessata a entrare nel settore.
Il capo del Blockchain Research Institute dell’Università di Corea
L’autore del rapporto Newsis cita In Ho, il capo del Blockchain Research Institute dell’Università di Corea, come dice l’autore,
„Ci sono stati persino incidenti di hacking a Bithumb e Upbit, le più grandi borse valori di criptocambio in Corea, per cui alcuni pensano che se le banche si assumono la responsabilità di [cripto custodia], saranno risarcite [in caso di ulteriori hackeraggi]. Le banche saranno in grado di sfruttare i loro punti di forza in questo modo“.
E il professore ha aggiunto che le banche sono anche desiderose di offrire i loro servizi a un numero „crescente“ di investitori professionali con un debole per la crittografia.
In conclusione,
„Le cose sono cambiate. Negli ultimi tempi, non solo i singoli individui, ma anche le società finanziarie istituzionali e gli investitori istituzionali stanno iniziando a investire sempre di più nei criptoasset. Questo può essere un fattore che può contribuire“.